Nel vecchio mondo a pellicola, il cross processing era un modo di sviluppare i negativi delle pellicole usando i prodotti chimici sbagliati. Questo provocava uno spostamento dei colori, e rendeva le foto drammatiche e allo stesso tempo interessanti. Con il digitale si può ricreare quell'effetto andando a modificare le curve in Photoshop (Ps). Ecco l'immagine di partenza e quella finale.

Prima

Dopo
Come prima cosa, aumentiamo un po' il range dinamico, andando ad agire sul comando Luci/Ombre. Duplichiamo quindi il livello e selezioniamo da menu Immagine -> Regolazioni -> Luci/Ombre e modifichiamo a piacimento i valori.


Se vogliamo, possiamo regolare il contrasto, la luminosità e la saturazione. In questo caso ho aumentato il contrasto e diminuito la saturazione. E' importante effetturare tutte queste operazioni creando un nuovo livello di regolazione per ogni operazione (dal menu Livello -> Nuovo livello di regolazione), in modo da poter eventualmente tornare al livello superiore ma anche per effettuare correzioni selettive con il pennello. Inoltre, lavorando con i livelli, si ha un maggiore controllo sul grado apportato alle correzioni in quanto si può regolare l'opacità di ogni livello a piacimento.

Ora creiamo un nuovo livello di regolazione Curve e agiamo sui singoli canali R (rosso), G (verde) e B (blu) in questo modo.
Rosso

Verde
Blu
Ora, dal momento che queste operazioni hanno come risultato una saturazione ed una tonalità eccessivamente spostate nel blu per quanto riguarda il verde, creiamo un nuovo livello di regolazione Saturazione e regoliamo la tonalità e la saturazione dei verdi.
Adesso rendiamo il tutto più drammatico creando un livello a tinta unita (dal menu Livello -> Nuovo livello di riempimento -> Tinta unita) e scegliamo un giallo (per fare prima vi consiglio di scrivere e1ff00 nella casella in basso, che è il codice del colore) non troppo intenso.
L'ultimo passaggio è regolare l'opacità ad un valore basso; io qui ho scelto 4%, ma dipende dalla foto.
Ora che abbiamo finito, possiamo salvare il tutto nel formato PSD che mantiene inalterati i livelli, così da poterli modificare in futuro. Se invece siamo contenti così, allora uniamoli (dal menu Livelli -> Unico livello) e salviamo nel formato che più ci piace. Da notare a questo punto che se stavamo lavorando in uno spazio colore a 16 bit, è necessario convertire l'immagine in 8 bit per poterla salvare in JPEG.
Ma non è tutto: in Ps c'è la favolosa opportunità di creare un'azione in modo da automatizzare il tutto.

Prima di iniziare a lavorare sulla foto, basta andare sulla paletta a sinistra e selezionare la paletta delle azioni; da qui, creare una nuova azione cliccando sul tasto in basso vicino a quello del cestino, e chiamarla con il nome che si desidera. Una volta creata, bisogna cliccare sul tasto Registra (il pallino rotondo) e da questo momento Ps registrerà ogni cosa che facciamo. Finito il lavoro, cliccare su Stop: ora abbiamo la nostra bella azione che fa tutto in automatico.
Chiaramente così facendo non abbiamo la possibilità di regolare finemente i parametri, ma possiamo farlo in un secondo momento andando a modificare i livelli di regolazione che sono stati creati dall'azione. Questo si può fare se si ha fermato la registrazione dell'azione prima di unire i livelli.
Questo è quanto.

Adattato da PhotoshopSupport.com.

Buon Natale e buone foto!

Cavolo, quasi un mese senza un post. Chiedo perdono.
Comunque, in questo mese ho avuto qualche occasione per scattare un po' di foto in occasione del breve weekend a Genève. Nonostante avessi dietro praticamente tutta l'attrezzatura, di una cosa ho sentito particolarmente la mancanza: un bel flash potente. Quello incorporato nella macchina ha numero guida 13 (a ISO 100), il che vuol dire che se si scatta a soggetti distanti più di 5 metri, la foto viene scura. La soluzione sta quindi nel ricorrere ad un flash esterno con numero guida superiore a 13 (e ci vuol poco). Tutti però sappiamo il costo di questi flash, soprattutto quelli compatibili con le macchine digitali di oggi: essi hanno addirittura un esposimetro interno che lavora in concomitanza con quello della macchina, per fornire la giusta esposizione a tutti gli ISO e a tutte le lunghezze focali. Tutte queste caratteristiche fanno lievitare il prezzo di un flash a circa 200/250 euro. Decisamente troppi.
Ma perché cercare un flash nuovo quando se ne ha uno vecchio? Ho quindi recuperato il flash che uso con le macchine a pellicola e l'ho montato sulla digitale. Tale flash ha numero guida 24, quindi decisamente più potente di quello incorporato. Con sommo piacere ho scoperto che tale flash funziona e il lampo che emette è fin troppo potente. Siccome però non è compatibile con la macchina, non è possibile regolare la compensazione dell'esposizione, tanto meno sincronizzarlo sulla seconda tendina. Quindi il lampo che emette è in un certo senso fisso, per cui per regolare la luce bisogna per forza chiudere il diaframma.
Sta mattina ho fatto qualche altra prova e ho scoperto, ahimè, che l'emissione del lampo è arbitraria. Cioè il flash non si attiva sempre ma solo quando gli pare a lui. Ho notato inoltre che questo non dipende dalla luminosità dell'ambiente e nemmeno dal tipo di misurazione dell'esposizione. C'è dunque da risolvere anche questo problema.
John vuole delle foto. Ora come ora non ne ho. Voglio prima capire come risolvere il problema e poi fare un diffusore. Quando avrò terminato tutte queste operazioni posterò le foto. Anche perché devono essere fatte con un certo criterio, ovvero su treppiede, con soggetto e luce ambiente fissi e con tutti i tipi di flash (incorporato senza diffusore, con diffusore, esterno senza diffusore e con diffusore) in modo da apprezzarne la differenza. Non so quanto tempo richieda questo test, ma spero il meno possibile. Saluti.

Scattare fotografie di notte è più complicato di quanto non possa sembrare. Ci vuole una tecnica tutta particolare, molto diversa da quella per le foto di giorno. Ecco quindi alcuni punti da seguire per ottenere delle foto decenti - dal punto di vista tecnico - di notte.
  1. No flash. Vi prego: basta con questi flash di notte. Non se ne può più. Di notte non si usa il flash, a parte in condizioni particolari come la ritrattistica e le foto a persone in generale. Ma se si deve fotografare una piazza, una chiesa, un monumento o altro, il flash deve restare assolutamente spento.
  2. Il treppiede. La luce, di sera, è ovviamente poca e per far entrarne abbastanza bisogna prolungare l'esposizione. Anche se scattiamo a tutta apertura, i tempi di scatto sono sempre molto lunghi (tipicamente sopra il secondo). Quindi è ovvio che è obbligatorio l'uso di un cavalletto che sia il più stabile possibile, altrimenti il micromosso rovinerebbe tutto quanto.
  3. ISO bassi. Molte fotocamere compatte, se usate in automatico, impostano un alto valore ISO (da 800 in su) per fare in modo da ridurre il tempo di posa. Tuttavia ci si rende subito conto che la foto appena scattata è affetta da una granulosità paurosa, che ovviamente dà fastidio e rovina tutto. Per evitare questi spiacevoli inconvenienti è opportuno abbassare il valore ISO a 100 oppure 80, se la fotocamera lo permette. In questo modo, però, si deve aumentare il tempo di posa e quindi serve un cavalletto.
  4. Diaframmi. Con le reflex, per le quali è possibile regolare il diaframma dell'obiettivo, ci sono essenzialmente due possibilità. Se si fotografa con diaframmi aperti, le foto avranno meno profondità di campo e meno nitidezza. Le luci dei lampioni, inoltre, saranno delle sfere contornate da aloni di luce. Chiudendo i diaframmi (ad esempio f/18), la nitidezza aumenta molto e le luci dei lampioni saranno a forma di stelline. Solitamente le foto vengono meglio con i diaframmi chiusi, ma anche qui dipende dalle situazioni e dai gusti. E' chiaro che chiudendo il diaframma il tempo di posa deve aumentare.
  5. Bilanciamento del bianco. Questo è un argomento molto delicato. Infatti, mentre di giorno la luce solare si può considerare bianca, di notte, invece, le luci artificiali sono tutt'altro che bianche. L'occhio umano, purtroppo, non se ne accorge e vede come se la luce fosse bianca (il cervello è un ottimo processore d'immagine). Ma i sensori e le pellicole non sono gli occhi, e si accorgono subito della non-neutralità della luce. La luce gialla dei lampioni e delle lampade fa sì che le foto vengano tutte con una dominante rossa e arancione, conseguenza della temperatura colore della luce gialla (circa 5000 K). Per risolvere il problema, si devono bilanciare i toni del grigio e del bianco. La soluzione sta nell'abbassare la temperatura colore sui 2500 K circa; questo si può fare direttamente in macchina se si scatta in JPEG, attestando il WB su "tungsteno" oppure regolando direttamente la temperatura colore, se la macchina lo permette. Se si scatta in RAW, la correzione da fare risulterà più precisa, grazie ai software dedicati, che permettono una vasta gamma di valori per la temperatura colore. Per rendervi conto dell'importanza del bilanciamento del bianco, vi mostro un esempio. È un particolare della Basilica di San Marco, scattato in RAW. Questo, quindi, è quello che il sensore ha visto:

Mentre questo è quello che l'occhio vedeva, cioè una volta corretto il WB:

Si capisce quindi l'importanza del bilanciamento del bianco, che spesso viene trascurato nelle foto "giornaliere".
Questi sono i principali punti da tenere sotto controllo per le fotografie in notturna. Poi, ci sono altri trucchetti come ad esempio: usare un telecomando per lo scatto remoto, utile soprattutto per tempi maggiori di 30 secondi, ovvero in modalità "bulb". In questa modalità si deve tenere premuto l'otturatore per il tempo che si vuole (anche 1 secondo, non è obbligatorio fare pose da 1 minuto), quindi il telecomando è indispensabile in quanto si può bloccare il tasto di scatto, evitando l'introduzione di vibrazioni sul sistema macchina + cavalletto. Altra cosa da non sottovalutare è l'uso di un buon paraluce, per smorzare la luce degli altri lampioni che non compaiono nell'inquadratura. Altra cosa: se si dispone del live view è sicuramente un'ottima cosa, dal momento che è facile assumere posizioni strane in quanto la fotocamera è attaccata al cavalletto e quindi è vincolata a dei movimenti fissi. Altra bella cosa è cercare di prolungare il più possibile l'esposizione: se davanti all'inquadratura passano delle persone o delle auto o qualcos'altro, ci possono essere degli effetti interessanti che spezzano la staticità della foto.
Insomma, queste sono solo alcune cose che mi sono venute in mente per quanto riguarda le foto in notturna, ma sono sicuro che ce ne sono molte altre che ignoro!

Scrivo poco in questo periodo, perché in effetti ho poco tempo da dedicare alla fotografia. Spero comunque questa settimana di liberarmi e ho in programma diverse uscite dove sperimentare delle cose di cui ancora non ho parlato qui, ma che riguardano la composizione. Appena ho in mano qualcosa, la posterò.
Tuttavia non potevo nemmeno passare di qua senza scrivere niente. Così ho pensato di parlarvi un po' del cosiddetto effetto Dragan, chiamato così in quanto è un'invenzione di Andrzej Dragan. Guardando il suo portfolio, appare chiaro che si tratta solamente di una tecnica particolare di elaborazione fotografica con Photoshop, che fa apparire i ritratti molto più drammatici in quanto non siano in realtà. Personalmente non ritengo fotografia questo tipo di cose; le associo più alla grafica, ad elaborazioni grafiche di fotografie. Però mi piace un sacco questo effetto e quindi vi dico che anch'io mi sono cimentato nel provarlo.
In rete ci sono un sacco di tutorial sull'effetto Dragan, anche se ovviamente nessuno è quello "ufficiale". Insomma, sono tutte imitazioni, un po' come la Pepsi è l'imitazione della Coca-Cola. Comunque, io ne ho seguiti un paio e vado ad illustrarvi i risultati. Innanzitutto posto l'immagine originale, scattata di sera, con la luce pessima al tungsteno e un soggetto particolarmente brutto, privo di una qualsiasi espressione facciale.


Bene, e adesso veniamo alle prove del suddetto effetto. La prima è stata fatta seguento questo tutorial video molto ben fatto. E il risultato è questo.


La seconda prova, invece, è stata effettuata tramite l'apposito plugin per Photoshop, il Draganizer. Si tratta di un'azione da salvare nell'apposita cartella e richiamare nel menu di Photoshop.

Da notare che in questa seconda elaborazione, le zone scure sono come sature e non so il perché. Probabilmente avrò sbagliato qualcosa nel far andare il Draganizer.
Chiaramente, nessuno dei due tentativi assomiglia anche vagamente ai ritratti di Dragan. Però è ovvio che le pessime condizioni di luce e soggetto non facilitano il lavoro. Sicuramente approfondirò la cosa.

Il mondo della fotografia macro è estremamente vasto. Anche l'ambiente quotidiano in cui viviamo offre moltissimi spunti sotto il punto di vista delle piccole cose - piccole inteso proprio nel vero senso del termine. Ma, ahimè, per muoversi agevolmente attraverso la giungla del mondo macro occorrono gli strumenti giusti, quali obiettivi macro, tubi di prolunga, flash anulari, filtri e chi più ne ha più ne metta. Spesso chi si avvicina per la prima volta al mondo della fotografia digitale - come il sottoscritto - non dispone di questi strumenti e quindi è limitato sotto questo punto di vista.
Tuttavia non è così. Infatti si possono sfruttare i princìpi dell'ottica geometrica per guidare la luce affinché si ottengano degli ingrandimenti piuttosto estremi. E tutto questo senza il bisogno di lenti macro. Tutto quello che serve è l'obiettivo fornito in kit e un altro a vostra scelta (ad esempio il 50mm f/1.8 da 80 euro è l'ideale). Ovviamente io non potevo esimermi dal provare questa tecnica.
Quello che ho fatto è stato di impostare manualmente il fuoco sui due obiettivi (ho usato il 55-250 montato in macchina e il 18-55) e metterlo all'infinito. Poi, ho preso il 18-55 e l'ho messo a contatto con il 55-250, in modo che l'attacco per la macchina fosse rivolto all'esterno. In pratica ho fatto combaciare le due estremità dei due obiettivi. Il 18-55 era cioè rovesciato, e per questo si parla di macro a lente rovesciata (revesed lens macro). Ho scattato in Av con apertura massima e ISO 1600. Ecco i risultati.
Ho preso come soggetto un tappo dell'obiettivo. Questa foto è stata fatta a 55 mm alla minima distanza di messa a fuoco con l'obiettivo in kit 18-55. In pratica questo è il massimo ingrandimento ottenibile con quella lente. Con il 55-250 veniva leggermente più grande ma non molto.


Poi ho montato il 55-250 regolato su 55 mm e gli ho attaccato davanti il 18-55 regolato anch'esso su 55. Ho puntato il tappo e ho ottenuto un bel ingrandimento.


Poi ho regolato il 55-250 a 100 mm circa. Questo il risultato:

Ma non è finita. A 135 mm:


Ultimo: a 250 mm

Spaventoso eh? Alcune considerazioni:
  • Noterete che la messa a fuoco non è delle migliori. Il focheggiamento infatti, essendo impostato manualmente all'infinito su entrambi gli obiettivi, si deve fare a mano muovendo la fotocamera avanti e indietro, fino a trovare il punto di fuoco.
  • Poiché non dispongo di anelli di rovesciamento (cioè degli anelli che attaccano le due lenti), ho dovuto tenere con una mano entrambe le lenti e con l'altra la fotocamera.
  • Come conseguenza, l'intero sistema non è molto stabile ed è normale che ci siano delle vibrazioni. La cosa migliore sarebbe fare queste operazioni con il cavalletto.
  • Da notare inoltre che la distanza fisica tra la fine dell'obiettivo modificato e l'oggetto è di pochi centimetri, quindi anche l'illuminazione va controllata bene.
Spero di poter sperimentare meglio questa tecnica, dato che si possono ottenere degli scatti con notevoli dettagli e particolari. La cosa migliore sarebbe disporre di un anello di rovesciamento, vedrò di procurarmente uno. Certo è che i risultati si notano eccome. Tenete presente che tutte le immagini sopra sono solo ridotte a 800 x 533, non sono tagliate. Quindi quello che vedete in piccolo lo si ha in risoluzione massima (che dipende ovviamente dal sensore).
Ma dove ho imparato questa tecnica? Beh, in internet ci sono molti tutorials a riguardo - basta cercare reverse lens macro - ma io ho preferito questo video. Tra l'altro è un sito fatto benissimo che seguo già da tempo, assieme a digital-photography-school.com.
Insomma, provate anche voi che mi sembra una bella cosa!

Discutevo qualche giorno fa su un forum a proposito delle procedure di ritocco/miglioramento delle foto, ovvero quali passi seguire per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. I programmi di editing che permettono queste modifiche sono molti: il gratuito Gimp, il software in bundle della Canon (DPP), il più costoso Adobe Lightroom, il carino e facile iPhoto oppure il programma Apple Aperture, PaintShop Pro e il re di tutti, Photoshop. Un sacco di software insomma. Ma quali sono i passi da seguire per ottenere il meglio da una nostra foto? Beh, tutto dipende dal formato in cui si scatta, come dicevo altre volte. L'ideale sarebbe scattare in RAW, in modo di avere più regolazioni a disposizione, sicuramente più precise di quelle effettuate in macchina. Certo è che io non so se quello che faccio io sia il modo migliore di procedere, anche perché dipende sempre dal tipo di foto e dal programma che si usa. Di seguito cercherò di fornire qualche informazione che mi è stata utile, o almeno scriverò quei passi che io seguo quasi sempre prima di pubblicare/stampare una foto.
  1. Una rapida occhiata. La prima cosa che faccio è dare un'occhiata veloce alle foto che ho appena scaricato. I programmi per fare questo sono i più svariati. Io uso DPP che è veloce e non ha alterazioni di colore che può avere Adobe Bridge - essendo gli spazi colore a volte diversi. Dopo una rapida occhiata d'insieme, riguardo le foto con maggiore attenzione e contrassegno quelle che secondo me sono da tenere e modificare.
  2. Operazioni preliminari (solo RAW). Dopo aver scelto la foto da modificare, la apro con l'apposito software e vado ad operare le correzioni d'insieme, quelle cioè che valgono per l'intera foto. La prima operazione è il ritaglio, cercando sempre di rispettare la regola dei terzi o perlomeno mantenere una simmetria minima. Poi tocca al bilanciamento del bianco; alzo la nitidezza a metà tra il valore massimo e quello minimo, un paio di tacche per il contrasto, qualcosa anche per la saturazione, regolo la riduzione del rumore sia in luminanza che crominanza e qui si aprono due strade. Se la foto è pronta, proseguo con il passo 4. Se invece richiede ancora qualche correzione, allora segue il passo 3.
  3. In profondità (TIFF 16 bit). Per queste operazioni mi avvalgo di Photoshop e del file esportato dal RAW al TIFF a 16 bit, in modo da avere una gamma di colori più ampia, così ho un margine più ampio per le correzioni. La prima cosa da fare è raddrizzare la foto e correggere gli eventuali difetti di distorsione e aberrazione. Poi guardo se ci sono zone della foto che sono troppo scure o troppo chiare. In tal caso vado a correggerle selettivamente con i livelli di regolazione appositi e il pennello, fino a raggiungere il risultato voluto. In questa fase correggo anche eventuali oggetti non desiderati, quali ad esempio i fili elettrici in cielo, antenne poco fotogeniche che spuntano qua e là, eventuali macchie di polvere e cose così. Apporto modifiche anche al contrasto, alle luci e ombre e ad altre cose che mi sembrano non andare.
  4. Ridimensionamento. Una volta ultimato il lavoro di ritocco si passa alla fase ridimensionamento e salvataggio. Ora, questo passo non lo si deve sottovalutare. Almeno io non lo sottovaluto. Infatti io sono molto legato alla qualità delle cose, soprattutto di file audio e video. Preferisco mille volte una foto 800 x 600 a qualità massima che una 3500 x 2500 con qualità bassissima. Quindi quello che faccio io è di mantenere il formato TIFF e ridurre l'immagine alla risoluzione voluta (tipicamente faccio 1000 pixel il lato lungo e 72 dpi). Quando l'immagine è ridotta, la ingrandisco al 100% e applico una leggera maschera di contrasto (l'intensità non supera il 110%, che sarebbe anche tanto per una foto da 1000 px).
  5. Incornicia (opzionale). Questo punto non lo faccio sempre ma solo quando mi pare che alla foto ci stia bene una cornice. Il procedimento per crearla l'ho scritto tempo fa qui.
  6. Salvataggio. È l'operazione finale. La foto, che è in formato TIFF a 16 bit, viene convertita a 8 bit in modo da poterla salvare in JPEG. Io scelgo sempre l'opzione di salvataggio a qualità massima con interpolazione per immagine più morbide. C'è anche l'opzione per le immagini più nitide, ma i risultati non mi piacciono.
Insomma, questi sono i sei passi che stanno dietro a quasi ogni foto che vedete. In media questo procedimento mi porta via 15/20 minuti per foto, ma poi dipende dalla foto. Se va già bene così allora con un paio di minuti me la cavo. Se invece ci vuole un ritocco più approfondito, allora arrivo tranquillamente a 1 ora. Soprattutto quando si tratta di fare bracketing tra due foto, oppure in casi disperati.
Da tenere presente inoltre che io non sono un esperto, ma seguo esclusivamente il mio gusto personale nel fare le cose, per cui anche io qualche volta non seguo questi passi ma vado un po' a naso. Spero che questo elenco possa fornire degli spunti anche a chi, come me, ne sa poco di fotoritocco ma che vuole ottimizzare le proprie foto.

Nota. Solamente il secondo passo richiede l'uso del formato RAW, gli altri si possono seguire benissimo anche con un JPEG, basta avere l'accortezza, prima del punto 3 di convertirlo in un TIFF a 16 bit.

Signori, lo sapete, io sono fissato con la fotografia. Ormai non mi lascia più scampo. E come conseguenza di ciò, sono diventato matto quest'estate per cercare una foto adatta per il grande concorso internazionale “Eyes on the planet”, promosso da Manfrotto e altre istituzioni con lo scopo di sensibilizzare i giovani rispetto ai cambiamenti che avvengono sul nostro pianeta. Il termine ultimo per la presentazione delle foto scade il 30 settembre e la si può postare in una delle 4 categorie: Food, Climate, People e Environment. I premi in palio sono piuttosto sostanziosi e vanno da 3 giorni di workshop negli USA con un famoso fotografo americano a una Nikon D40 passando per corsi e master in fotografia. Insomma, un'occasione unica e da non perdere, anche perché gratuita!
Quindi io, ovviamente, ho partecipato e sono sicuro che, siccome mi amate, andrete a votare la mia foto. Essa è questa:


Il titolo è La Bella E La Bestia e rappresenta un controluce dei tetti di Venezia con lo sfondo fatto dalle ciminiere di Porto Marghera: la bellezza di Venezia con i suoi palazzi, i canali, i campi, le calli e i ponti si scontra con la sua maledizione, ovvero Porto Marghera con le sue fabbriche, ciminiere e l'inquinamento che produce. Due facce della stessa medaglia, separate da una sottile striscia d'acqua dorata, che fanno amare a odiare al tempo stesso questi luoghi.
La mia foto fa parte della categoria Environment e spero che vi piaccia. Per votarla andate sul seguente link, che ho messo anche in rilievo in alto a destra. Credo che per votare bisogna iscriversi, ma non è una procedura lunga ed impegnativa. Avete tempo fino a fine ottobre e sono sicuro che parteciperete numerosi :)
In questo post potete scrivere cosa ne pensate, se vi piace o meno. Ma potete anche dire cosa avreste fotografato voi che rientrasse in una delle 4 categorie.

PS: per vedere la foto in qualità buona andate alla pagina relativa di Flickr.

Visto che questo blog così com'è, cioè in inglese, non riscuote successo, ho deciso di ritornare all'italiano. Magari continuerà a non fregargliene niente a nessuno, però almeno ci metto due ordini di grandezza in meno di tempo per scrivere un post.
Oggi vi parlerò del blocco dello specchio. Le fotocamere digitali compatte e le Digital Single Lens Reflex (DSRL) hanno una differenza fondamentale: l'otturatore. Nelle compatte l'otturatore è elettronico, ovvero al momento della pressione del pulsante di scatto viene annullata la carica presente sul sensore (si dice che viene fatto un reset). Questo perché nelle compatte il sensore è costantemente esposto alla luce il che vi permette di scattare guardando il monitor LCD posteriore della fotocamera. Questa proprietà delle compatte viene spesso chiamata Live View, in quanto vedete in tempo reale quello che inquadrate.
Nelle DSRL, invece, le cose cambiano. Quando inquadrate un soggetto lo fate attraverso il mirino il quale è intimamente legato all'obiettivo che monta la macchina. Infatti la luce, dopo essere passata attraverso l'obiettivo, viene riflessa a 45° da uno specchio che la indirizza sullo schermo di messa a fuoco. In questa fase avviene anche la misurazione dell'esposizione tramite l'esposimetro interno della macchina. Poi, attraverso un'altro specchio (o un prisma nelle relfex di fascia alta), la luce viene convogliata nel mirino ed, infine, al vostro occhio. A noi interessa lo specchio. Dietro di esso c'è l'otturatore, composto da tendine, che si apre e si chiude per un tempo necessario deciso da voi o dalla macchina (insomma, il tempo di posa o Tv).
Spesso, quando si fanno fotografie notturne che richiedono tempi di posa elevati, si usa la funzione del blocco dello specchio, presente in tutte le moderne DSRL. In pratica il concetto è questo: quando scattiamo una foto, lo specchio deve alzarsi, poi l'otturatore si apre e si chiude e infine lo specchio si riabbassa. Siccome queste sono tutte parti meccaniche, il movimento dello specchio può indurre delle micro-vibrazioni, rese ancora più evidenti in presenza di Tv alti. Ecco quindi che si ricorre a questa tecnica: se questa funzione è attiva, la prima volta che si preme il pulsante di scatto, lo specchio si solleva e la luce va a sbattere sull'otturatore. La seconda volta che premete il pulsante si mette in moto l'otturatore. Al termine del tempo di posa lo specchio torna nell'usuale posizione, cioè si abbassa. Se è attivo l'autoscatto, succede che si deve premere il pulsante di scatto una sola volta: premete il pulsante, lo specchio si alza e, dopo qualche secondo deciso dalla macchina o da voi (poi dipende dalle macchine), l'otturatore fa il suo lavoro da solo. Dal momento che lo specchio si abbassa dopo che l'otturatore si è chiuso, questa tecnica vi permette di ridurre il micromosso eventuale.
Alcune note:
  • questa tecnica va utilizzata in coppia con un treppiede;
  • mentre lo specchio è alzato è meglio non puntare direttamente forti fonti di luce;
  • il micromosso dovuto allo specchio è effettivamente eliminato se i tempi di scatto sono compresi tra 1/15 circa e 1 secondo. Se il Tv è più piccolo di 1/15-1/20, l'effetto dello specchio è trascurabile, così come per tempi maggiori di 1 secondo.
Ora veniamo ad un test che ho fatto per verificare questa cosa. Vi preannuncio che le differenze sono minime ma ci sono, soprattutto per quanto riguarda la nitidezza.

Blocco specchio non attivo


Blocco specchio attivo

Alcune considerazioni: lasciate stare il soggetto. Sono entrambi dei ritagli al 100%; sono JPEG derivanti dal file RAW senza correzioni per entrambe le immagini; la nitidezza era impostata in macchina una tacca sopra il valore nullo; entrambe scattate con l'obiettivo 55-250mm a 55mm ad f/8, in modo da lavorare nel pieno regime di nitidezza. Le altre impostazioni si possono vedere negli EXIF dell'immagine una volta scaricata. So che a prima vista non sembra, ma effettivamente la seconda è un pelo più nitida della prima. Per accorgervi fate questo: salvate le immagini in una cartella e apritele con un visualizzatore di immagini; scorretele rapidamente e noterete dei cambiamenti (oltre al fatto che non sono allineate :D). Consiglio: fissate l'attenzione sulla scritta "Nessuno".
La prossima volta proverò in notturna e spero di avere risultati più evidenti.

In this post I will make a sort of tutorial to create funny frames in order to make your photographs more inviting. The software we use is Photoshop CS3 but I think that this procedure works also with CS and CS2. The basic concept is to use levels and canvas sizes in order to create additional borders. Let us see.
Here we have a photo resized for the web (524 x 800 pixels) with all the post-production steps included, that is shapening, exposure corrections and so on.

First of all, we have to select the entire image by clicking Command+A (or Ctrl+A in a PC). Now copy it (command+C) and create a new level from the copy by typing command+J.
Go on the Image menu and by clicking on Canvas Size, modify the proportion of the canvas. I suggest to you to select the "relative" option. In this example I type 90 pixels both in width and height.

Now click OK and go on the low right panel and double click on the new level icon. Here you can select the option you prefer; I've choosen the first one, external shadow and modified the values like size, opacity and so on. Play a little with that, in order to obtain the result you like. In this step I've also selected the "trace" option with a black color.

At this point you must put together the levels and, if you want, repeat the operation in order to create a new external border (select all the image, create a new level and then select the trace).
The result you should obtain is this one.

This procedure is very simple and powerful, because you can create all the frames you want. Also you can include your personal logo by the classical copy/paste action. Here is an example.

I think that you can have fun and create very beautiful things.
Goodbye

News in digital SRL cameras never end: just a day after the launch of the Canon EOS 50D, Nikon announced its new D90, a valid substitute of the previous D80. The new D90 features a new 12.3 megapixel DX CMOS sensor, an extended ISO sensivity, the new EXPEED processor that allows to obtain greater speed and increase the quality of Live View mode and Face Detection System. Furthermore, it is able to take HD movies and it has most of the features that appears on the "old" D300 (relaced recently by the new D700). 
Together with this D90, Nikon launched also a new lens, the DX AF-S Nikkor 18-105mm f/3.5-5.6 ED VR, which will be sold with the D90 kit package.
The price of this new DSRL is of about 999$ body only and 1299$ for the body + 18-105mm. 
Personally, I don't know very well Nikon's DSRL, but at first sight this D90 seems to be a very good camera, with so many features that doesn't appear on the Canon EOS 50D (like the movies mode, for example) at the same price.
The benefit of this two new DSRL is that of a lower price for the earlier models, like the Canon 40D and Nikon D80.

Some links:

Today Canon offically announced the new EOS 50D, a DSRL with a 15 megapixel APS-C CMOS sensor that will take the place of the EOS 40D. The new features of this camera are in its heart: it has the new Digic 4 processor that improve the noise reduction and allows a greater speed in continuous shooting. Furthermore, the ISO speed increase up to 12800 in H2 mode. The other big news is the 3" LCD display with 900000 points and three AF in Live View mode. 
The launch of this new EOS 50D is combined with the launch of the new EF-S 18-200mm f/3.5-5.6 IS, a powerful zoom lens, designed exlusively for those cameras with APS-C sensors, like the 50D, 1000D, 450D and earlier models. It has the same new image stabilizer that appears on the 55-250mm that allows to reduce by 4 stops the shutter speed.
The price of the EOS 50D is predicted to be of about € 1299 body only and it will be sold from october 2008.
Some links:
- the review of the EOS 50D by DPReview;

Eating #1


The story of this shot is strange. I was walking on a mountain road, wondering about life and photography, when I saw a group of nice violet flowers standing just in front of me. In by backpack I had the camera with my 55-250mm mounted, so I dediced to try a macro shot with that non-macro lens. After a couple of shots, just when I was going to leave the flower, a bee (or bumblebee) "landed" on it and started to do something, probably impollinating. What a wonderful occasion! But it was so difficult to follow the movements of the bee, and I was forced to set the AI Servo on my camera. 
The AI Servo is used when the subject is in movement, so the camera focus every time the subject change its position. To improve the precision of the focus, I used only one AF point, the central one. Because of my lens is not a macro lens, I was forced to stay at one meter from the flower, so I had to zoom on it, shooting at 250mm. It's incredible, here, the sharpness of the scene: consider that the shutter speed was only 1/80 and ISO 100. This is the miracle of the 4th-generation Canon IS. 
Like always, I shot in RAW mode and then, in the digital darkroom process, I worked a little bit on the image. For completeness, I want to show you the original shot: now you can evaluate the real power of post-production that is that of improve photographs.



My new Canon EF-S 55-250mm f/4-5.6 IS really looks fantastic. The extreme power of the zoom and the large range of focal lenghts, make this lens surely the best in what concern the rate quality/price. The optics is constructed with UD glass lenses that assure low dispersion of light and low chromatic aberrations. Furthermore, they are caracterized by the Super Spectra treatment that assure that no ghosts artifacts will enter in your frames.
I've made few tests to evaluate the power of the image stabilizer, [indispensabile] at large focal lenghts, and I made a comparison between this new lens and the standard 18-55mm one.
Now, let us see the power of the zoom. All this pictures was made by shooting in P program and ISO 100, in order to evaluate the focal extension.

Focal lenght: 55mm.

Focal lenght: 100mm.

Focal lenght: 135mm.

Focal lenght: 250mm.

Very impressive.
Now, compare the EF-S 18-55mm standard lens, with this new EF-S 55-250mm. Both these pictures are taken in Av mode, with an aperture value of 7.1, ISO 100, with a focal lenght of 55mm and cropped to the 100%.

With the 18-55mm.

With the 55-250mm.

As you can easily note, the new 55-250mm is sharper that the standard 18-55mm, and also the colors are better defined and saturated. But the bigger difference between these two lenses is with an aperture of f/5.6. Indeed, in the case of the 18-55mm, this is the maximum aperture at 55mm, while for the 55-250 the max value is 4. So take a look. Both images are cropped at 100%.

With the 18-55mm at f/5.6.

With the 55-250mm at f/5.6.

The difference here is tremendous.
I have to make other tests and comparisons, but at first sight this new Canon EF-S 55-250mm IS is destinated to take a lot of wonderful photographs.

Some days ago, I told you how to obtain a comics-effect on your photographs using a kind of HDR technique. Remind that the most important rule was that to make a copy of the photo and merge to HDR with Photomatix the two pictures.
In this days I improved this technique and the result is this one:

Ponte Pietra

I think that it is very beautiful. The steps that I followed are:
  1. I corrected the original RAW photo with DDP, making it sharpner and saturate and converted in a 16-bit TIFF format.
  2. With Photoshop I make other few corrections like brightness, contrast and color saturation.
  3. I created two copies of this TIFF file, and merged them in Photomatix.
  4. Here I made few adjustments like the black point, luminosity, shadows and highlights contrast. Saved again in the 16-bit TIFF format.
  5. I opened it with Ps where I adjusted contrast, saturation and applied two times the noise-reduction filter.
  6. Another time, two copies where created.
  7. I merged this two copies in Photomatix, corrected and saved in the TIFF format.
  8. In the end, I applied again the Ps noise reduction filter, corrected highlights and shadows, color saturation and contrast.
I hope you like the result as I do.

I did it again!

Two days ago I didn't know what to do (well, I had to study, obviously) so I took the train. Direction: Verona. That beautiful city, location of the world-wide famous love story between Romeo and Juliet. Verona is a medieval city, full of towers, old palaces, castles, and monuments. All this is sorrounded by wonderful hills and one of the longest rivers in Italy, the Adige. The weather was good, the sun shined and the sky was totally blue, without any clouds.
I took about 240 shots, but not all are good: some aren't sharp, some overexposed, some underexposed, some pictures are not so well composed and other simply are not interesting. In order to have an improved flexibility in what concern the post-production operations, I shoot always in RAW mode. In this way, I had the possibility to make all the important regulations (like white balancing, sharpness, contrast, saturation and other things) on my computer with its processor that is more powerful and accurate that that of the camera.
The major problem was that of the exposure: whene photographing with the sun behind me, there wasn't any problem. I just overexposed of 1/3 using the evaluative metering mode and the results were pretty good. On the other side, when the sun was in front of me, the photos were all dark. This is fundamentally due to the fact that the metering system of the camera takes the sky as a strong light source so, in order to obtain the correct exposure, it underexpose automatically of one or two stops. But that "correct exposure" is that of the sky! In that way, the subjects are all dark. To solve this problem, one usually overexpose of one or more stops, in order to have the right light balance.
However, in extreme conditions, even this technique doesn't work very well. Here is an example.
In this photo the metering mode was evaluative and the exposure compensation was of +1/3.
Exif: program Av, Tv 1/125, f/8, ISO 200.

Note that the sky is completely washed out, and this is impossible to correct in post production. So, when I saw this result I took another photo measuring the exposition on the sky, blocked it, and re-composed the frame overexposing by +2/3. The result is the following.

Exif: program Av, Tv 1/500, f/8, ISO 200.

Here, you note immediately that the sky is well exposed, but you cannot say the same for the castle: it is very dark. But, in contrast to the previous example, here you can correct the photograph in post-production, because you can extract some detail from the dark parts. But, you know, I prefer to have a right exposed photo, in order to minimize the post production operations. So I proceeded in this way: I measured the exposure on the sun, blocked it, re-composed the frame overexposing by two stops. The result is this.

Exif: program Av, Tv 1/250, f/8, ISO 200.

Here you see that the sky is only a little bit washed out but you can correct it, and the castle is right-exposed.
Clearly, it doesn't exist an universal method to obtain the right exposure. I want to underline the fact that here you can achieve the same result by modifing both aperture and shutter speed. I mantained an aperture value of 8 and varied the Tv. But you can do the inverse. What matters here is the precise combination of both values and the metering mode.

Anyway, in this page you can find the best photos (well, you'll find that photos that I consider the best!) of Verona, so take a look.

On the Digital Photography School website I found a 100-things-about-photography list that is very useful. So I report here not all the 100 things, but only the more important ones.

  1. Enjoy what you are shooting.
  2. Pay attention to your thoughts and emotions while you are shooting.
  3. Set goals you can achieve.
  4. Write tips about photography, beacuse writing is also learning.
  5. Never go shooting without a tripod.
  6. Watch the place you want to shoot first wirth your heart then with the camera.
  7. Perspective is the killer.
  8. Keep your camera clean.
  9. Find your own style of photography.
  10. Try to compose more and to hit the shutter less.
  11. Take care of the golden ratio.
  12. 10mm rocks!
  13. To give a landscape photograph the extra boost, integrate a person.
  14. Always shoot in RAW.
  15. Discover the things you think are beautiful.
  16. The best equipment is that what you have now.
  17. You can't take photographs of everything.
  18. Pay attention on the different ways that light falls on different parts of your scene.
  19. The eye moves to the point of more contrast.
  20. Clouds increase the atmosphere of a landscape.
  21. Start a photoblog.
  22. YOU ARE NOT YOUR CAMERA.
  23. Always turn around, sometimes the better image is behind you.
  24. It's who's behind the camera, not the camera.
  25. Shoot as often as possible.
  26. Re-check your ISO settings. It's aweful to detect the wrong settings on your screen.
  27. Try to amplify your mental and physical limits. Take some extra shots when you think "it's enough".
  28. Pay attention to structures in the sky and wait until they fit into structures in the foreground.
  29. Ask yourself: what do you want to express in your images?
  30. Photography is never a waste of time.
  31. A better camera doesn't guarantee better images.
  32. Post processing = optimizing your image to te best result.
  33. If you have an idea an immediately you think "no, this is not going to work", do it anyway. When in doubt, always shoot.
  34. There will always be people who will not like what you are doing.
  35. Henri Cartier-Bresson was right when he said: "YOUR FIRST 10,000 PHOTOGRAPHS ARE YOUR WORST."
I hope that you will find this brief list useful. To learn more, see the original article here.

Finally, today I had some time to dedicate to photography, so I picked up my D-SRL camera and went to Venice. The weather was not of the best, but it was good enough to let me take a lot of photos. Unfortunately I had only 4 hours, so I didn't walk all over the city but only in famous places like Rialto and San Marco. The purpose of this photo-walk was that of improve my composition technique together with obtaining the right exposure in different light conditions. The white clouds didn't help me in this, so I had to compensate the under exoposure of the on-board metering system, over exposing of about one stop. However, sometimes, the over exposure produced washed out highlights. Anyway, here are some of the best results of today. Let us comment the single shots.

Gondola
Exif: Program Av, Tv 1/200, f/6.3, ISO 200, RAW

I take this picture on the Riva degli Schiavoni near Palazzo Ducale. This photo originally was a color RAW image, but converted in post-production via Canon Digital Photo Professional: at this step I adjusted the sharpness and added a digital green filter. Then, in Photoshop, I rotated the frame in order to align the horizontal lines. In the end, I cropped the center of the picture, isolating the boats and the two bridges.


Canal Grande
Exif: Program Av, Tv 1/500, f/6.3, ISO 200, RAW

Also this photo is a crop of a bigger one. I take this picture on Rialto Bridge, facing the right side. Even this is a JPEG-converted version of the RAW image, adjusted in sharpness with DDP.


Crowd
Exif: Program Av, Tv 1/250, f/6.3, ISO 200, RAW

This afternoon Venice was very crowded, expecially near Piazza San Marco and Rialto. Well, it's summertime, so the turists are so much. As usual, the RAW file was converted via DDP, adjusting sharpness and saturation. Then, in Photoshop, I modified the curves and added a contrast mask.


San Giorgio
Exif: Program Av, Tv 1/640, f/6.3, ISO 200, RAW

San Giorgio Maggiore island is just in front of San Marco Square, so I decided to take this picture. Probably, this is the most unsignificant photo, but I like it anyway. Usual post-production corrections.

These are only four of the many shots I have taken, so stay tuned on my Flickr page for further updates. Note that I've also created two HDR versions of Canal Grande, seen from Rialto. When I finish the producing work, I put them online.
Let me know what do you think about these photos, thank you.

Have you ever wondered how to resize your photos in a quick and easy way? Well, for those of you who own a Mac, this thing can be done quickly by a simple workflow with Automator. Here I'll write a sort of tutorial in which I'll explain how to resize and rename a picture or a group of them.
So, first, go to your Applications folder and open Automator. If you use Leopard, the window is this: you must choose the Ad Hoc option.

Now you'll get the main window: in the left column there are all the available actions and on the right there is an empty space where you'll put the selected actions by a simple drag-and-drop operation.

The first action you have to import is that of "Obtain Specified Elements in Finder": you find this in the Documents and Folders library: drag and drop this action into the left panel.

Then, you select the "Copy Finder Elements" action and import it on the right. Here you can specify where do you want to put your resized pictures. I've choosen the Desktop folder for clarity.

Then, go in the Preview library (if you use Tiger) or in Photo library (if you run Leopard) and import the Resize Pictures action. Here you can specify what will be the dimensions of the new picture and you can choose to specify it in percentage or in pixels of the longest side of the picture. I've choosen this second one and specified 800 pixels.
The next move is to rename the file, so import the dedicated action (found in the Finder library) and specify the way you want to rename the picture. I've choosen to add a short string at the end of the file name ("_B" in my case). So the final result should look like this:

At this point, save this workflow choosing "Save as Plugin for the Finder". Now, you are ready to resize you picture simple by right-clicking on a picture, choosing “Other”, than “Automator” and selecting the Resize option you have already created.
Simple, easy, quick: the power of Mac.

Note: all the figures here refer to the italian OS X 10.5 but I think that it's the same in other languages.