Il mondo della fotografia macro è estremamente vasto. Anche l'ambiente quotidiano in cui viviamo offre moltissimi spunti sotto il punto di vista delle piccole cose - piccole inteso proprio nel vero senso del termine. Ma, ahimè, per muoversi agevolmente attraverso la giungla del mondo macro occorrono gli strumenti giusti, quali obiettivi macro, tubi di prolunga, flash anulari, filtri e chi più ne ha più ne metta. Spesso chi si avvicina per la prima volta al mondo della fotografia digitale - come il sottoscritto - non dispone di questi strumenti e quindi è limitato sotto questo punto di vista.
Tuttavia non è così. Infatti si possono sfruttare i princìpi dell'ottica geometrica per guidare la luce affinché si ottengano degli ingrandimenti piuttosto estremi. E tutto questo senza il bisogno di lenti macro. Tutto quello che serve è l'obiettivo fornito in kit e un altro a vostra scelta (ad esempio il 50mm f/1.8 da 80 euro è l'ideale). Ovviamente io non potevo esimermi dal provare questa tecnica.
Quello che ho fatto è stato di impostare manualmente il fuoco sui due obiettivi (ho usato il 55-250 montato in macchina e il 18-55) e metterlo all'infinito. Poi, ho preso il 18-55 e l'ho messo a contatto con il 55-250, in modo che l'attacco per la macchina fosse rivolto all'esterno. In pratica ho fatto combaciare le due estremità dei due obiettivi. Il 18-55 era cioè rovesciato, e per questo si parla di macro a lente rovesciata (revesed lens macro). Ho scattato in Av con apertura massima e ISO 1600. Ecco i risultati.
Ho preso come soggetto un tappo dell'obiettivo. Questa foto è stata fatta a 55 mm alla minima distanza di messa a fuoco con l'obiettivo in kit 18-55. In pratica questo è il massimo ingrandimento ottenibile con quella lente. Con il 55-250 veniva leggermente più grande ma non molto.


Poi ho montato il 55-250 regolato su 55 mm e gli ho attaccato davanti il 18-55 regolato anch'esso su 55. Ho puntato il tappo e ho ottenuto un bel ingrandimento.


Poi ho regolato il 55-250 a 100 mm circa. Questo il risultato:

Ma non è finita. A 135 mm:


Ultimo: a 250 mm

Spaventoso eh? Alcune considerazioni:
  • Noterete che la messa a fuoco non è delle migliori. Il focheggiamento infatti, essendo impostato manualmente all'infinito su entrambi gli obiettivi, si deve fare a mano muovendo la fotocamera avanti e indietro, fino a trovare il punto di fuoco.
  • Poiché non dispongo di anelli di rovesciamento (cioè degli anelli che attaccano le due lenti), ho dovuto tenere con una mano entrambe le lenti e con l'altra la fotocamera.
  • Come conseguenza, l'intero sistema non è molto stabile ed è normale che ci siano delle vibrazioni. La cosa migliore sarebbe fare queste operazioni con il cavalletto.
  • Da notare inoltre che la distanza fisica tra la fine dell'obiettivo modificato e l'oggetto è di pochi centimetri, quindi anche l'illuminazione va controllata bene.
Spero di poter sperimentare meglio questa tecnica, dato che si possono ottenere degli scatti con notevoli dettagli e particolari. La cosa migliore sarebbe disporre di un anello di rovesciamento, vedrò di procurarmente uno. Certo è che i risultati si notano eccome. Tenete presente che tutte le immagini sopra sono solo ridotte a 800 x 533, non sono tagliate. Quindi quello che vedete in piccolo lo si ha in risoluzione massima (che dipende ovviamente dal sensore).
Ma dove ho imparato questa tecnica? Beh, in internet ci sono molti tutorials a riguardo - basta cercare reverse lens macro - ma io ho preferito questo video. Tra l'altro è un sito fatto benissimo che seguo già da tempo, assieme a digital-photography-school.com.
Insomma, provate anche voi che mi sembra una bella cosa!

Discutevo qualche giorno fa su un forum a proposito delle procedure di ritocco/miglioramento delle foto, ovvero quali passi seguire per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. I programmi di editing che permettono queste modifiche sono molti: il gratuito Gimp, il software in bundle della Canon (DPP), il più costoso Adobe Lightroom, il carino e facile iPhoto oppure il programma Apple Aperture, PaintShop Pro e il re di tutti, Photoshop. Un sacco di software insomma. Ma quali sono i passi da seguire per ottenere il meglio da una nostra foto? Beh, tutto dipende dal formato in cui si scatta, come dicevo altre volte. L'ideale sarebbe scattare in RAW, in modo di avere più regolazioni a disposizione, sicuramente più precise di quelle effettuate in macchina. Certo è che io non so se quello che faccio io sia il modo migliore di procedere, anche perché dipende sempre dal tipo di foto e dal programma che si usa. Di seguito cercherò di fornire qualche informazione che mi è stata utile, o almeno scriverò quei passi che io seguo quasi sempre prima di pubblicare/stampare una foto.
  1. Una rapida occhiata. La prima cosa che faccio è dare un'occhiata veloce alle foto che ho appena scaricato. I programmi per fare questo sono i più svariati. Io uso DPP che è veloce e non ha alterazioni di colore che può avere Adobe Bridge - essendo gli spazi colore a volte diversi. Dopo una rapida occhiata d'insieme, riguardo le foto con maggiore attenzione e contrassegno quelle che secondo me sono da tenere e modificare.
  2. Operazioni preliminari (solo RAW). Dopo aver scelto la foto da modificare, la apro con l'apposito software e vado ad operare le correzioni d'insieme, quelle cioè che valgono per l'intera foto. La prima operazione è il ritaglio, cercando sempre di rispettare la regola dei terzi o perlomeno mantenere una simmetria minima. Poi tocca al bilanciamento del bianco; alzo la nitidezza a metà tra il valore massimo e quello minimo, un paio di tacche per il contrasto, qualcosa anche per la saturazione, regolo la riduzione del rumore sia in luminanza che crominanza e qui si aprono due strade. Se la foto è pronta, proseguo con il passo 4. Se invece richiede ancora qualche correzione, allora segue il passo 3.
  3. In profondità (TIFF 16 bit). Per queste operazioni mi avvalgo di Photoshop e del file esportato dal RAW al TIFF a 16 bit, in modo da avere una gamma di colori più ampia, così ho un margine più ampio per le correzioni. La prima cosa da fare è raddrizzare la foto e correggere gli eventuali difetti di distorsione e aberrazione. Poi guardo se ci sono zone della foto che sono troppo scure o troppo chiare. In tal caso vado a correggerle selettivamente con i livelli di regolazione appositi e il pennello, fino a raggiungere il risultato voluto. In questa fase correggo anche eventuali oggetti non desiderati, quali ad esempio i fili elettrici in cielo, antenne poco fotogeniche che spuntano qua e là, eventuali macchie di polvere e cose così. Apporto modifiche anche al contrasto, alle luci e ombre e ad altre cose che mi sembrano non andare.
  4. Ridimensionamento. Una volta ultimato il lavoro di ritocco si passa alla fase ridimensionamento e salvataggio. Ora, questo passo non lo si deve sottovalutare. Almeno io non lo sottovaluto. Infatti io sono molto legato alla qualità delle cose, soprattutto di file audio e video. Preferisco mille volte una foto 800 x 600 a qualità massima che una 3500 x 2500 con qualità bassissima. Quindi quello che faccio io è di mantenere il formato TIFF e ridurre l'immagine alla risoluzione voluta (tipicamente faccio 1000 pixel il lato lungo e 72 dpi). Quando l'immagine è ridotta, la ingrandisco al 100% e applico una leggera maschera di contrasto (l'intensità non supera il 110%, che sarebbe anche tanto per una foto da 1000 px).
  5. Incornicia (opzionale). Questo punto non lo faccio sempre ma solo quando mi pare che alla foto ci stia bene una cornice. Il procedimento per crearla l'ho scritto tempo fa qui.
  6. Salvataggio. È l'operazione finale. La foto, che è in formato TIFF a 16 bit, viene convertita a 8 bit in modo da poterla salvare in JPEG. Io scelgo sempre l'opzione di salvataggio a qualità massima con interpolazione per immagine più morbide. C'è anche l'opzione per le immagini più nitide, ma i risultati non mi piacciono.
Insomma, questi sono i sei passi che stanno dietro a quasi ogni foto che vedete. In media questo procedimento mi porta via 15/20 minuti per foto, ma poi dipende dalla foto. Se va già bene così allora con un paio di minuti me la cavo. Se invece ci vuole un ritocco più approfondito, allora arrivo tranquillamente a 1 ora. Soprattutto quando si tratta di fare bracketing tra due foto, oppure in casi disperati.
Da tenere presente inoltre che io non sono un esperto, ma seguo esclusivamente il mio gusto personale nel fare le cose, per cui anche io qualche volta non seguo questi passi ma vado un po' a naso. Spero che questo elenco possa fornire degli spunti anche a chi, come me, ne sa poco di fotoritocco ma che vuole ottimizzare le proprie foto.

Nota. Solamente il secondo passo richiede l'uso del formato RAW, gli altri si possono seguire benissimo anche con un JPEG, basta avere l'accortezza, prima del punto 3 di convertirlo in un TIFF a 16 bit.

Signori, lo sapete, io sono fissato con la fotografia. Ormai non mi lascia più scampo. E come conseguenza di ciò, sono diventato matto quest'estate per cercare una foto adatta per il grande concorso internazionale “Eyes on the planet”, promosso da Manfrotto e altre istituzioni con lo scopo di sensibilizzare i giovani rispetto ai cambiamenti che avvengono sul nostro pianeta. Il termine ultimo per la presentazione delle foto scade il 30 settembre e la si può postare in una delle 4 categorie: Food, Climate, People e Environment. I premi in palio sono piuttosto sostanziosi e vanno da 3 giorni di workshop negli USA con un famoso fotografo americano a una Nikon D40 passando per corsi e master in fotografia. Insomma, un'occasione unica e da non perdere, anche perché gratuita!
Quindi io, ovviamente, ho partecipato e sono sicuro che, siccome mi amate, andrete a votare la mia foto. Essa è questa:


Il titolo è La Bella E La Bestia e rappresenta un controluce dei tetti di Venezia con lo sfondo fatto dalle ciminiere di Porto Marghera: la bellezza di Venezia con i suoi palazzi, i canali, i campi, le calli e i ponti si scontra con la sua maledizione, ovvero Porto Marghera con le sue fabbriche, ciminiere e l'inquinamento che produce. Due facce della stessa medaglia, separate da una sottile striscia d'acqua dorata, che fanno amare a odiare al tempo stesso questi luoghi.
La mia foto fa parte della categoria Environment e spero che vi piaccia. Per votarla andate sul seguente link, che ho messo anche in rilievo in alto a destra. Credo che per votare bisogna iscriversi, ma non è una procedura lunga ed impegnativa. Avete tempo fino a fine ottobre e sono sicuro che parteciperete numerosi :)
In questo post potete scrivere cosa ne pensate, se vi piace o meno. Ma potete anche dire cosa avreste fotografato voi che rientrasse in una delle 4 categorie.

PS: per vedere la foto in qualità buona andate alla pagina relativa di Flickr.

Visto che questo blog così com'è, cioè in inglese, non riscuote successo, ho deciso di ritornare all'italiano. Magari continuerà a non fregargliene niente a nessuno, però almeno ci metto due ordini di grandezza in meno di tempo per scrivere un post.
Oggi vi parlerò del blocco dello specchio. Le fotocamere digitali compatte e le Digital Single Lens Reflex (DSRL) hanno una differenza fondamentale: l'otturatore. Nelle compatte l'otturatore è elettronico, ovvero al momento della pressione del pulsante di scatto viene annullata la carica presente sul sensore (si dice che viene fatto un reset). Questo perché nelle compatte il sensore è costantemente esposto alla luce il che vi permette di scattare guardando il monitor LCD posteriore della fotocamera. Questa proprietà delle compatte viene spesso chiamata Live View, in quanto vedete in tempo reale quello che inquadrate.
Nelle DSRL, invece, le cose cambiano. Quando inquadrate un soggetto lo fate attraverso il mirino il quale è intimamente legato all'obiettivo che monta la macchina. Infatti la luce, dopo essere passata attraverso l'obiettivo, viene riflessa a 45° da uno specchio che la indirizza sullo schermo di messa a fuoco. In questa fase avviene anche la misurazione dell'esposizione tramite l'esposimetro interno della macchina. Poi, attraverso un'altro specchio (o un prisma nelle relfex di fascia alta), la luce viene convogliata nel mirino ed, infine, al vostro occhio. A noi interessa lo specchio. Dietro di esso c'è l'otturatore, composto da tendine, che si apre e si chiude per un tempo necessario deciso da voi o dalla macchina (insomma, il tempo di posa o Tv).
Spesso, quando si fanno fotografie notturne che richiedono tempi di posa elevati, si usa la funzione del blocco dello specchio, presente in tutte le moderne DSRL. In pratica il concetto è questo: quando scattiamo una foto, lo specchio deve alzarsi, poi l'otturatore si apre e si chiude e infine lo specchio si riabbassa. Siccome queste sono tutte parti meccaniche, il movimento dello specchio può indurre delle micro-vibrazioni, rese ancora più evidenti in presenza di Tv alti. Ecco quindi che si ricorre a questa tecnica: se questa funzione è attiva, la prima volta che si preme il pulsante di scatto, lo specchio si solleva e la luce va a sbattere sull'otturatore. La seconda volta che premete il pulsante si mette in moto l'otturatore. Al termine del tempo di posa lo specchio torna nell'usuale posizione, cioè si abbassa. Se è attivo l'autoscatto, succede che si deve premere il pulsante di scatto una sola volta: premete il pulsante, lo specchio si alza e, dopo qualche secondo deciso dalla macchina o da voi (poi dipende dalle macchine), l'otturatore fa il suo lavoro da solo. Dal momento che lo specchio si abbassa dopo che l'otturatore si è chiuso, questa tecnica vi permette di ridurre il micromosso eventuale.
Alcune note:
  • questa tecnica va utilizzata in coppia con un treppiede;
  • mentre lo specchio è alzato è meglio non puntare direttamente forti fonti di luce;
  • il micromosso dovuto allo specchio è effettivamente eliminato se i tempi di scatto sono compresi tra 1/15 circa e 1 secondo. Se il Tv è più piccolo di 1/15-1/20, l'effetto dello specchio è trascurabile, così come per tempi maggiori di 1 secondo.
Ora veniamo ad un test che ho fatto per verificare questa cosa. Vi preannuncio che le differenze sono minime ma ci sono, soprattutto per quanto riguarda la nitidezza.

Blocco specchio non attivo


Blocco specchio attivo

Alcune considerazioni: lasciate stare il soggetto. Sono entrambi dei ritagli al 100%; sono JPEG derivanti dal file RAW senza correzioni per entrambe le immagini; la nitidezza era impostata in macchina una tacca sopra il valore nullo; entrambe scattate con l'obiettivo 55-250mm a 55mm ad f/8, in modo da lavorare nel pieno regime di nitidezza. Le altre impostazioni si possono vedere negli EXIF dell'immagine una volta scaricata. So che a prima vista non sembra, ma effettivamente la seconda è un pelo più nitida della prima. Per accorgervi fate questo: salvate le immagini in una cartella e apritele con un visualizzatore di immagini; scorretele rapidamente e noterete dei cambiamenti (oltre al fatto che non sono allineate :D). Consiglio: fissate l'attenzione sulla scritta "Nessuno".
La prossima volta proverò in notturna e spero di avere risultati più evidenti.

In this post I will make a sort of tutorial to create funny frames in order to make your photographs more inviting. The software we use is Photoshop CS3 but I think that this procedure works also with CS and CS2. The basic concept is to use levels and canvas sizes in order to create additional borders. Let us see.
Here we have a photo resized for the web (524 x 800 pixels) with all the post-production steps included, that is shapening, exposure corrections and so on.

First of all, we have to select the entire image by clicking Command+A (or Ctrl+A in a PC). Now copy it (command+C) and create a new level from the copy by typing command+J.
Go on the Image menu and by clicking on Canvas Size, modify the proportion of the canvas. I suggest to you to select the "relative" option. In this example I type 90 pixels both in width and height.

Now click OK and go on the low right panel and double click on the new level icon. Here you can select the option you prefer; I've choosen the first one, external shadow and modified the values like size, opacity and so on. Play a little with that, in order to obtain the result you like. In this step I've also selected the "trace" option with a black color.

At this point you must put together the levels and, if you want, repeat the operation in order to create a new external border (select all the image, create a new level and then select the trace).
The result you should obtain is this one.

This procedure is very simple and powerful, because you can create all the frames you want. Also you can include your personal logo by the classical copy/paste action. Here is an example.

I think that you can have fun and create very beautiful things.
Goodbye