Ultimamente sono piuttosto fissato con le foto in notturna, anche se finora non sono riuscito a farne nessuna. In realtà sono sempre stato affascinato da questo tipo di fotografia: già con la compattina mi dilettavo in pose assolutamente difficili ed improbabili, causa mancanza di cavalletto. Mi ero persino convinto che cambiando macchina e prendendone una di più grande, che mi stesse meglio in mano, le foto sarebbero venute meglio perché sarei stato più stabile. Ovviamente ignoravo il fatto che è estremamente necessario avere il treppiede. Ma allora ero un povero diavolo, con troppe idee e pure confuse. Ora che sono più vecchio di qualche anno e con qualche esperienza (seppur poche) in più, ecco gli 8 motivi che mi sono venuti mente per cui mi piace la fotografia in notturna.

  1. Notti colorate. Il primo motivo è riconducibile ad un fatto fisico. La sensibilità di un sensore CCD è maggiore di quella dell’occhio umano. O meglio, la dinamica è più ampia. Che vuol dire? Che un CCD “vede” più colori dei nostri occhi. Di notte questo è amplificato dal fatto che ci sono un sacco di luci artificiali, ognuna con una differente temperatura (di colore) che viene riflessa in modo diverso su superfici diverse di colori diversi. La notte è coloratissima.
  2. Ombre e riflessi. La luce artificiale crea ombre e riflessi molto suggestivi e originali, in quanto non è come la luce del sole che “arriva dall’alto”, per cui le ombre che vengono a crearsi non sono affatto scontate. E’ molto bello poter giocare anche con questo aspetto, soprattutto divertente per le cose che vengono fuori.
  3. Effetti invisibili. Poiché le luci artificiali non sono potenti come quella del sole (meno male!), occorrono tempi di esposizione sufficientemente lunghi da catturare abbastanza luce. In condizioni particolari, i tempi lunghi producono degli effetti estremamente artistici ed originali, invisibili ai nostri occhi (a causa della nostra percezione della luce, chiaramente non integrata nel tempo). (1) Il mosso dell’acqua, se integrato nel tempo, appare come una distesa piatta ma striata, un po’ come un budino. (2) In presenza di automobili, un tempo di qualche secondo permette l’apparire di scie colorate (bianche, gialle, blu, rosse), colori che vanno ad aggiungersi a quelli già presenti. Il senso di dinamicità viene così esaltato ed è di sicuro impatto visivo vedere un paesaggio urbano illuminato da queste scie - che possono essere tranquillamente interpretate come le traiettorie delle macchine. (3) Fantasmi: se ci sono persone e queste si spostano all’interno dell’inquadratura, alla fine esse appariranno come figure evanescenti, al limite del paranormale. (4) Altri che non mi vengono in mente.
  4. Stelle. La conseguenza di tempi lunghi di esposizione, come già detto, è la chiusura del diaframma. L’effetto di questo lo si nota sulle luci: appariranno come stelline a causa della limitata apertura del diaframma. Questo differisce molto dall’immagine che vediamo noi con i nostri occhi: i lampioni ci appaiono come sfere luminose. Bruttissimo.
  5. Di notte è più facile. Tecnicamente, le fotografie notturne sono più semplici da realizzare, almeno in generale. Non c’è infatti il rischio di avere il cielo bruciato per una cattiva esposizione. Anche il bilanciamento del bianco è relativamente semplice: come già detto, le soluzioni sono molteplici. Si va dallo scattare una foto ad un foglio bianco e impostarla come WB, oppure scattare in RAW e bilanciare il bianco a casa al PC. Entrambe le soluzioni sono ugualmente valide. Ma, a parte questi piccoli accorgimenti, la fotografia notturna, generalmente, è più semplice. L’unica accortezza da avere è la sovra/sotto-esposizione: una foto in notturna sovraesposta è estremamente spiacevole da vedere. Il cielo, a mio avviso, deve restare nero. Al massimo si può sfruttare la diffusione della luce artificiale. Ma non mi piacciono i cieli “gialli” o di altri colori alquanto esotici. Stesse considerazioni per una foto sottoesposta, nella quale si vedono solo luci poste a caso. Come nella fotografia diurna, anche di notte una corretta esposizione è indispensabile. Solo che qui è più facile ottenerla.
  6. Controllo. Poiché si usa il cavalletto, si ha un controllo maggiore dell’inquadratura. Si ha cioè modo di curare meticolosamente la composizione, il punto di vista, le prospettive e tutto quanto ci interessa. Questo, a mio avviso, è un punto molto importante poiché l’arrangiamento di una inquadratura fa sì che la foto sia riuscita o meno.
  7. Concentrazione. Di notte la gente in giro è poca. Quindi si possono fare le cose con estrema calma e curare tutto nei minimi particolari. Così si può mirare ad avere, alla fine della photo-session, 20 foto su 100 decenti. Quindi, mettendo assieme queste due cose (cavalletto + staticità), è più semplice concentrarsi per trovare il modo giusto per trasmettere le nostre sensazioni a chi guarda.
  8. Uno per tutti. Tutti questi motivi possono essere messi assieme in un’unica parola: sperimentazione. Sfruttare i tantissimi colori (anche e soprattutto quelli che non vediamo), le ombre e i riflessi, le scie delle auto, il mosso dell’acqua, le varie tecniche di WB ed esposizioni, la composizione e la concentrazione, porta inevitabilmente a sperimentare cose nuove, diverse, che non si possono ottenere di giorno. Un tipo di fotografia alternativa che molti snobbano, non so il perché, ma non meno importante di quella fatta in studio o di giorno.
Insomma, da questo piccolo elenco, si capisce proprio che le notturne mi piacciono. Spero il più presto possibile di potermi dedicare a fondo a questo tipo di fotografia e sottoporvi interessanti risultati. Nel frattempo, raccolgo idee più o meno creative, per le inquadrature e le locations più interessanti e stimolanti. Saluti.